mercoledì 6 marzo 2013

YSL e i magnifici Settanta

Qualcuno ha scritto che il disegno di Yves Saint Laurent è come la scrittura dell'aria del proprio tempo scandita dai viaggi del proprio immaginario. Vedendolo nei filmati anni settanta che lo ritraggono con i suoi occhialoni intramontabili, sentendo la sua voce calma ripetere "J'adore mon époque", si viene sbalzati, come per magia, negli anni in cui Barry White cantava "let the music play".
 Senza dimenticare che"la mode n'est pas un art meme si elle a besoin d'un artiste pour exister" come ha detto Pierre Bergé a margine della retrospettiva al Centre Pompidou di Yves Saint Lauren nel 2002, l'impressione è quella di immergersi in un'atmosfera sognante, la stessa in cui da bambini guardavamo assorti nostra mamma guidare con chignon ed occhiali da sole che le coprivano metà della faccia.
 Ci sembra una magia quella che riporta dalla mostra su Yves Saint Lauren "A visionary", a Bruxelles dal 30.1.2013 al 05.05.2013, in piena "rive gauche mania". Per capire il fenomeno che ha interpretato e letteralmente mandato in delirio un'epoca riportiamo il pensiero di Claude Berthold "...c'est la furie, la tuerie du matin au soir. Si vous aimez essayer tranquillement (des robes de jersey à partir de 250 F, des manteaux à 450 F, des tailleurs à 600F), faites comme Catherine Deneuve ou comme Mireille Darc: venez plutot à l'heure du déjeuneur".
Il visionario, il moderno, il sognatore completamente a suo agio nella sua epoca rivoluzionaria veste le donne più charmantes del suo tempo. A partire da Claudia Cardinale , misteriosa principessa indiana nel film "La Pantera rosa", vestita dalla testa ai piedi con lo straordinario guardaroba disegnato per lei da Saint Laurent, passando per la figura emblematica di un'intrepida giovinezza Françoise Sagan, per arrivare a Catherine Deneuve, icona di stile nell'immortale "Belle de Jour".
E poi soffermarsi e riconoscere in abito bianco tra le modelle che hanno sfilato allo Stade de France nel 1998, una Carla Bruni radiosa, che forse già presagiva il suo futuro da francese naturalizzata.
I suoi schizzi per le collezioni dal 1962 al 2002, i suoi tailleur pantalone impreziositi da bottoni gioiello, gli smoking ed i vestiti maschili ingentiliti dalla mussolina di seta e dalle decolté, vestiti pensati per una donna che si sente a suo agio nella sua pelle, moderna, che non ha bisogno di cambiarsi, ma solo di accessori modulabili. Una semplicità sofisticata che rivedo nei gesti, nello stile, nel modo di assaporare l'esistenza aspirando una sigaretta, proprio di un'epoca e delle persone che abbiamo trasformato in icone.





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