sabato 29 marzo 2014

Una sera d'inverno

Una sera siamo arrivati di notte. Ha nevicato e la macchina sulla stradina di terra battuta slitta.  Sono scesa in mezzo alla neve con te in braccio che piangi.
Al buio la luce della luna illumina la neve, ma la paura di essere soli prende il sopravvento anche sul viso di mamma, la roccia.
 Fragile,vivo di ricordi eppure ho voglia di progetti felici con le persone che amo.
Mamma ci ha ceduto la sua stanza, che prima era sua e di papà, perché dice che stiamo più comodi.
Mi ha creato disagio e inquietudine, perché lasciare le cose come erano mi aiutava a pensare papà ancora con noi.
Ogni mattone della casa, ogni collina illuminata di lilla e di rosa, i pini e la betulla fragile che circondano la casa e pure la grinta, la voglia di ricominciare sono il mio stato d'animo.

mercoledì 26 marzo 2014

Nessuno mi può giudicare

www.europaquotidiano.it/2014/03/26/la-prigioniera-di-Mitterrand/
Al funerale di Mitterrand vennero alla luce molti suoi segreti, Un libro appena uscito in Francia "La captive de Mitterrand" parla della sua compagna Anne Pingeot, madre di Mazarine.  Ne ho scritto su Europaquotidiano

martedì 11 marzo 2014

domenica 9 marzo 2014

Ho sognato

Ho sognato un viaggio
ho sognato di essere accanto al guidatore che conduceva spericolato
ho sognato una strada piena di tornanti sospesa nel buio
e mio padre che guidando sorrideva
tanti chilometri e tante chiacchiere di cui ricordo solo il tono scherzoso
Mi è venuto a trovare nei sogni, mi ha lasciato l'entusiasmo e la paura

domenica 2 marzo 2014

Deserto, un miraggio

 Mi è sembrato di vedere il deserto, le dune ondulate che si muovono in un mare di sabbia rossastra,
uomini silenziosi che conducono i dromedari dalle zampe rigonfie come cuscinetti.
Ho sentito il sole che mi riscaldava e il vento che scuoteva le mie certezze.
L'andatura lenta, il lamento buffo del piccolo dromedario, la velocità delle nostre vite che corrono alla ricerca di chissà cosa.

Appunti di viaggio in Marocco

Ho amato i colori variopinti dei veli delle donne, i sorrisi sereni mentre lavano i panni nel fiume, mentre camminano tenendo per mano i bambini.
Ho amato gli asini, mezzo di trasporto diffuso sia nei villaggi che nella medina di Marrakech, che trottano per le stradine mentre portano ceste o trascinano piccoli carri.
Ho amato le case squadrate fatte di terra rossa e paglia, i teli variopinti tessuti e ricamati da donne che si danno il cambio per non affaticarsi troppo.
Ho cambiato la mia diffidenza verso le tradizioni di questo Paese in ammirazione per regole che sono sintomo di un senso forte di identità, il cui rispetto non sembra rendere schiavi, ma piuttosto liberi.
Di fronte alla loro presunta arretratezza, mi sono vergognata della nostra arroganza nel chiamare libertà una presunta superiorità nel riconoscimento dei diritti delle donne.
Viaggiare, guardare con i propri occhi, senza pregiudizi, aiuta a capire, a vedere il mondo con occhi nuovi.
Penso che un popolo che conserva le proprie tradizioni non è un popolo arretrato
e mi domando perché l'Italia non possa fare altrettanto.
Mantenere, proteggere le proprie tradizioni che sono ricchezza e identità.