mercoledì 30 gennaio 2013

A B.4

Vedo attraverso i tuoi occhi
Anima fragile e sensibile
Altri occhi blu evanescenti
 su di te, su di noi

martedì 15 gennaio 2013

Incipit 2

E poi abbiamo vissuto come sospesi in una perenne attesa di rincontrarti per riunirci.
Salutati gli amici, i compagni di classe, tu ci hai detto che avevate deciso di non partire più.
Tanto tu saresti tornato presto. Dopo due anni. Poi sono stati cinque. E poi altri cinque.
Le delusioni dei bambini sono assolute. Cocenti dolori che non sai riconoscere, ma che sono lì ad assorbire ogni tuo pensiero, ogni tua energia.
Ricordo come ieri il prato con il mare davanti e i festosi saluti, il prometterci che ci saremmo rivisti l'estate seguente. Non ero triste, ero raggiante, felice di andare a vivere in un nuovo Paese, nuovi amici.
E poi dentro casa, ricordo la luce gialla sul tavolo e noi seduti intorno. Tu che ci dicesti un pò ridendo una cosa così dolorosa.
Per tutta la mia vita, delle volte ancora adesso, mi sono chiesta il perchè. Perchè dopo aver salutato amici e compagni di scuola; perchè dopo aver visto la casa, quanto era bella.
Perchè io e mamma in macchina a cantare "marameo perchè sei morto" in tempi sfalzati, le risate e poi l'incessante domanda ed il senso di assoluta impotenza, l'ineluttabilità delle cose e la speranza che prima o poi tutto cambi.
Ho vissuto la quinta elementare come una punizione. Ho odiato la maestra e la bella calligrafia. Amavo solo i miei disegni di boschi incantati dove facevo muovere figurine di carta, fate, streghe, folletti.
Mi entusiasmava solo la storia, i moti carbonari del 1820, Pietro Micca disegnato sul quadernone.
Osservavo con occhi grandi e interrogativi mia madre che truccava i suoi occhi blu e tristi. Ci divideva uno schermo trasparente che nè io nè lei potevamo valicare.

venerdì 11 gennaio 2013

Santoro vs Berlusconi 0/1

Istrione, animale da palcoscenico o navigato seduttore o tutte queste ragioni insieme hanno permesso a Berlusconi di vincere contro i bookmakers che scommettevano che non sarebbe arrivato a fine puntata. Aveva vinto già prima, quando aveva deciso di andare nella tana del lupo, colui il quale aveva fatto dell'anti berlusconismo anche la propria fortuna professionale ed economica, non importava nemmeno come sarebbe andata, una vera mossa da maestro.
Penso però che non sia solo merito della risaputa abilità di un uomo che sa offrire il meglio di sé quando é assediato, braccato, turlupinato. E' anche merito della gabbia ideologica dei suoi aguzzini, del loro pensiero unico, che non hanno saputo andare al di là delle solite manfrine che non interessano e non hanno mai interessato nessuno. Se avessero chiesto ad un elettore deluso da Berlusconi di intervistarlo forse lui avrebbe saputo fare di meglio.
Ci sarebbe voluta una persona seria, qualcuno che avesse a cuore veramente la Politica con la P maiuscola per dire a Berlusconi ciò che veramente non si riesce a perdonare ai suoi molti anni in politica. Perché in tutti questi anni non ha saputo selezionare una classe dirigente seria, credibile e preparata? Perché in tutti questi anni il PdL non ha saputo selezionare candidati presentabili capaci di occuparsi in maniera seria dell'amministrazione della cosa pubblica e delle riforme necessarie al nostro Paese?
L'impossibilità di dare una risposta seria a questa domanda impedirà agli elettori di centro destra di votare Berlusconi.

mercoledì 9 gennaio 2013

Seventies

Ho amato "Argo" come si amano quei libri, quei film, quelle persone che ti piacciono, ma non riesci a capire perchè così tanto.
Ho pensato all'incalzare delle scene, al sentirsi sul filo del rasoio e col fiato sospeso fino all'ultimo.Ho cercato risposte nell'ambientazione esotica dei bazar, nella moschea blu di Istanbul, nei filmati storici del rientro dopo l'esilio a Parigi di Khomeini a  Teheran, ma non le ho trovate. Non riuscivo proprio a spiegarmi il languore che mi prendeva mentre, seduta sulla poltrona di velluto rosso, amavo quel film e persino la nuova pettinatura di Ben Afflek. Poi ho capito che a piacermi erano proprio i suoi capelli, i suoi pantaloni a zampa di velluto beige ed il borsello di pelle. Lo chignon disinvolto, ma impeccabile dell'attachée diplomatica, la camicia con il collo allungato e stretta in vita, perfetta sulla gonna scamosciata e leggermente svasata al ginocchio.Ho adorato persino gli occhialoni spessi e grandi come televisori che mi hanno fatto ripiombare nella Parigi anni settanta, mio padre seduto alla scrivania con la sua lettera32.

martedì 8 gennaio 2013

Perfetto

Perfetto  il sogno bambino
Gaiezza o malinconia assoluta
Il mondo in una luce appesa



lunedì 7 gennaio 2013

Lunedì

Smarrimento dei sentimenti
 nullità, mediocrità che incatena
riversa nella confusione e nel rumore
il quotidiano, l'ordinario
anestesia del dolore