venerdì 1 novembre 2013

Un château en Italie

Sono andata a vedere questo film da sola. Dopo essere fuggita da una giornata faticosa.
Era rimasto solo un posto in ultima fila.
Un film sulle apparenze. Sul fatto che spesso giudichiamo le persone per quello che hanno e non per quello che sono. Che sia un film autobiografico oppure no, mi è sembrato un film sull'infelicità, che spesso si nasconde dietro una falsa apparenza, sui legami familiari, che sono all'origine delle nostre nevrosi.
Un film su una donna, su una famiglia che non sembra tale.
Un film su una vita che cerca di fare posto alla vita. Un film alla ricerca di cose grandi. All'uomo che si è invaghito di lei dice che cerca l'amore, vuole dei figli, si siede su sedie miracolose. Lui odia masturbarsi in ospedale, non vuole figli. Eppure si amano. Lui cade dalla vespa, ha l'aria imbambolata, troppi ricci in testa, ma sembra il più simpatico, il più vero.
Peccato che non sia autobiografico e che la regista Valeria Bruni-Tedeschi non abbia veramente piantato un nuovo ippocastano al posto del vecchio, malato.


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