lunedì 1 ottobre 2012

La contessa di ricotta

Leggere per la prima volta  un romanzo di Milena Agus in francese. Leggerlo perchè incuriosita dal numero di agosto di Magazine Littéraire che la menziona tra le dieci grandi voci della letteratura straniera insieme a scrittori del calibro  di John Maxwell Coetzee e Mario Vargas Llosa. La capacità dei francesi di scoprire talenti non solo letterari d'oltralpe è indubbia, e spiega la ragione per cui in Italia il successo è arrivato solo dopo la risonanza che il suo secondo romanzo Mal di pietre ha avuto in Francia.
Essere proiettati nella luce, nei suoni e negli odori del libro che leggiamo. Sembra quasi di vedere il quartiere di Castello di Cagliari descritto come un posto dove poveri e ricchi, intellettuali e ignoranti abitano le stesse case  ed é facile vedere come vivono gli altri perchè le strade sono strette e la gente si parla da una finestra all'altra, da una porta all'altra, si sente tutto d'estate quando si tiene aperto per il caldo.
E mentre il titolo ci farebbe pensare al nome di una famiglia di antico lignaggio scopriamo che la protagonista è una contessa sì, ma maldestra e con un cuore ferito dalla vita reale. È una creatura esile, poetica, che indugia sull'uscio prima di entrare e che abita il più buio degli appartamenti dello splendido palazzo avito.Molto diversa dalla sorella Maddalena sensuale e disinibita. Così diversa anche da Noemi che si vanta di avere una visione sistematica delle cose, mentre la contessa di ricotta è così attenta ai particolari che le sfuggono, con cui mina quella visione d'insieme. Ci sono giorni magici, però, in cui le tre sorelle si alzano presto, quando non c'è nessuno e  tutto è limpido e i colori sono vivi e si sente un delizioso profumo di pesce fresco, l'aria, la gaiezza della tavola apparecchiata e delle vacanze e la vita non sembra poi così male, "perchè Dio non è affatto un imbecille e sa molto bene quello che fa".

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