martedì 5 febbraio 2013

Sì viaggiare

Come ci insegna Henri Michaux,cui è dedicata una parte del numero speciale di Le Magazine Littéraire intitolato "Eloge du voyage", viaggiare può rappresentare il senso di una vita, la ricerca di sé e del senso di spaesamento che spesso donano i veri viaggi. Sentire la colonna sonora del film "La febbre del sabato sera" ed essere catapultati nelle scene della propria vita, rivederle come un film che si è vissuto intensamente.
Ripensare a quel viaggio da Parigi, attraverso il Pas-de-Calais, verso Londra, l'hovercraft che si solleva leggermente da terra e sopra il mare della Manica,i finestrini sul paesaggio, l'alfetta metallizzata.Tu e tuo padre abbracciati di fronte al Big Ben. E mentre balli al ritmo di Donna Summer non sai se hai quarant'anni oppure otto, perchè l'eccitazione, lo stupore, il senso di avventura ed il piacere sono gli stessi di quando eri bambina, come il taglio di capelli preferito.
José Saramago diceva che " Bisogna vedere quello che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove prima pioveva...l'ombra che non c'era.
Bisogna ritornare sui passi già dati...per tracciare a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre."
L'avventura di ogni viaggio ci permette di scoprire o di riscoprire qualche cosa di noi e la musica delle volte è meglio di un aereo, la malinconia ci prende per mano e ci porta in luoghi reconditi, sconosciuti o noti, comunque entusiasmanti

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