lunedì 19 novembre 2012

Io e te

Leggere il romanzo di Niccolò Ammaniti e pensare che probabilmente non andrò a vedere il film.
Non so, forse cambio idea.
Il romanzo è bello e tragico, come la difficoltà di scoprirsi anche solo un istante per conoscersi.
Il mondo dentro che non coincide con il mondo fuori.
E la solitudine, la disperazione di essere trasparenti per paura di farsi male.
Una finestra su noi stessi può aprirsi solo in circostanze magiche, anche in una cantina ammobiliata, quando due estranei alla fine diventano fratelli.
La capacità di raccontare senza indulgere nel compiacimento del dolore è magistrale.
Una nonna adorata sul letto di ospedale sussurra al nipote che è brutto morire così, che il corpo ti vuole trattenere in quell'agonia.Gli chiede di raccontarle una storia, e lui vorrebbe scappare altrove, per il terrore di  vedere chi ama morire.
Eppure il ragazzino si ferma, racconta e riscatta tutti i codardi, come me.

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