mercoledì 22 maggio 2013

Bellissimi '50

Un ovale perfetto, il suo volto.
Occhi blu a mandorla, sorriso luminoso e dolce.
Nella fotografia è seduta sulla lambretta, abbigliata con un vestito dalla vita sottile e dalla gonna vaporosa.
I capelli tagliati corti con la frangetta.
Altre foto in bianco e nero la ritraggono mentre gioca a tennis con pantaloni al polpaccio e ballerine, o alle feste con gonne vaporose e corpetto.
Erano favolosi gli anni cinquanta della sua giovinezza, anni di speranza sognante che si legge nei suoi occhi.
Erano anni di povertà estrema dopo la guerra, descritti magistralmente da Sandra Petrignani nel suo nostalgico libro "Addio a Roma". Furono gli anni che videro l'Italia "appena cicatrizzata e come sempre poverissima, esplodere fuori dai suoi confini in un'atmosfera di festa intelligente e stracciona" dice Irene Brin. In quegli anni nasce il premio Strega da un gruppo di letterati, giornalisti, appassionati d'arte, gli amici della domenica a casa di Goffredo e Maria Bellonci. Opere e personalità prendevano corpo tra gli stenti, come se la genialità dovesse fiorire più potente nella miseria.
I giovani di allora non avevano bisogno del monito "stay hungry stay foolish". Verrebbe da dire con Soldati che " Quando riusciamo a vedere la bellezza, essa è sempre perduta".
 Quante volte mia madre ha voluto rivedere con me, accoccolata accanto, il suo film preferito "Vacanze romane", con il suo attore preferito Gregory Peck.
 La foto di mio padre che dietro gli occhialoni sembra un bambino e sulla punta della lingua quella solita domanda: ma allora come hai fatto a sposare papà? Ora mi ricordo, lei sorrideva lievemente  e non rispondeva.E la loro vita è straniera per me, che non ero ancora nata. Stranieri loro, così giovani ed entusiasti.
Li guardo come se non fossero loro, come se fossero sconosciuti, perchè anche i genitori possono esserlo, perchè con la nostra visione parziale della realtà abbiamo troppo spesso pensato di conoscerli.
Li guardo nella loro perfezione e mi spiego la mia imperfezione.
L'istantanea di lei con i capelli al vento, ma pettinati, con il foulard sul battello per i fiordi norvegesi; lui con la giacca di velluto che le sorride e la cinge con un braccio.
Da quei sogni e da quella speranza è nata la forza di cambiare il mondo.Da un amore apparentemente perfetto è nato il divorzio; dall'amore per i bambini e per le famiglie numerose è nato l'aborto.
Sono persone fantastiche come i miei genitori, sono persone della loro generazione patinata e perfetta che hanno messo il germe degli eccessi e delle ineleganze dei tempi che viviamo.
Forse noi ineleganti quarantenni, alla ricerca del bello come acqua di fonte, potremo ricostruire un mondo imperfetto, ma bello.

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