lunedì 6 maggio 2013

Come avviare l'Italia sulla via della speranza

E' singolare come il nostro Paese che dovrebbe essere tra i più cattolici e che per tale ragione spesso viene tacciato di scarsa laicità, in una materia importante come quella delle politiche familiari non disponga nemmeno di un ministero.
L'unico Ministro a rivestire tale incarico è stata Rosy Bindi dal 2006 al 2008. Dal 2008 fino al 2011 il delicato compito di dare sostegno alle famiglie è stato retto da un sottosegretario.
Un Governo di larghe intese come quello in carica, dovrebbe  porsi obbiettivi seri e ambiziosi come quello di immaginare un modo di vita che permetta alle famiglie di vivere meglio.
Occorrerebbe studiare, magari con l'ausilio di una commissione di esperti, le misure adottate da paesi come la Francia che hanno saputo aiutare, ormai da diversi decenni, la crescita a partire dalle famiglie.
Servirebbero misure organiche per un programma di aiuti che prevedano da un lato la semplificazione del sistema dei sussidi familiari, dall'altro la riduzione proporzionale delle imposte con l'aumento del numero dei figli,  l'aumento dei posti nido anche con programmi di riqualificazione edilizia e di edilizia scolastica.
La speranza non è solo una virtù teologale, ma è un modo di vivere e di interpretare la società in modo positivo.



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