mercoledì 29 maggio 2013

La mia idea di un' Italia demodé (anche a proposito di libertà di insegnamento)

La mia idea di Italia è un pò demodé; " Un idea alta e severa dell'Italia laica, o Italia della ragione" come la definiva Giovanni Spadolini.
Tornano attuali le parole di Luigi Salvatorelli quando scriveva "Noi teniamo fede a valori oggi eminentemente inattuali, al pensiero, alla fraternità umana, alla coscienza individuale. Ma
non avendo interessi da difendere né ambizioni da soddisfare, possiamo permetterci di avere pazienza: la pazienza della storia".
Ci sono esempi "antichi" che andrebbero seguiti. Come quello di De Ruggiero, ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Bonomi, all'indomani della liberazione di Roma. Quando arriva al ministero ha cinquantasei anni, di cui sedici trascorsi nell'insegnamento universitario. Conosce bene la macchina della burocrazia, si avvale dei funzionari, rianimandone lo spirito di corpo. Annulla i congedi, i comandi i vari "imboscamenti".
De Ruggiero, laico intransigente, non ha tabù né schemi fissi. Di fronte al tormentoso nodo dei rapporti tra scuola pubblica e privata, si muove nel solco crociano, contro ogni "monopolio statale dell'educazione", che " non corrisponde più né al nostro ideale né alla nostra situazione di fatto, perché lo Stato uscirà così stremato dalla guerra , e il bisogno di cultura sarà così accresciuto, che il concorso di privati e di enti morali dovrà essere inteso come una necessità". Libertà di insegnamento, dunque, nell'ambito di una visione rigorosa del pluralismo.
Da professore universitario fa un'analisi del sistema universitario italiano impietosa ed attualissima. Pensa ad una riforma che parta dall'interno degli atenei; anticipa i lineamenti costituzionali dell'autonomia. Si rivolge ai rettori per un censimento dei problemi più urgenti. Anziché indicazioni organiche per la riforma gli giungono solo richieste per nuove cattedre e nuove facoltà.
Con Spadolini ci domandiamo cos'è cambiato dal 1944 ad oggi?

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