giovedì 27 settembre 2012

Father Martini 2

"Non ho paura del silenzio, ma mi vado chiedendo, tuttavia, che cosa voglia dirmi il Signore con questa crescente difficoltà che sto da un lato combattendo e dall'altro sto accettando". Questa frase ci mostra l'uomo prima del Cardinale.
Mi sembra quasi di conoscere Father Martini il fine biblista che durante la messa all'Istituto Biblico di Gerusalemme indossava una stola multicolore rossa gialla e azzurra così diversa da quella verde degli altri. E lo vedo indebolito dalla malattia recarsi nella redazione del Corriere della Sera il 19 giugno 2012  in mezzo al silenzio e all'imbarazzo che spesso crea il trovarsi di fronte alla sofferenza.
Per lui la comunicazione non era dire qualcosa a qualcuno dove quel qualcosa si può allargare a livello planetario attraverso il mondo della rete. Egli amava dire che "Un gesto sarà tanto più comunicativo in quanto non solo comunicherà informazioni, ma metterà in rapporto le persone...Essa non è soltanto trasmissione di ordini o proposta di regolamenti ma suppone una dedizione, un cuore che si dona e che quindi è capace di muovere il cuore degli altri". Andando di persona, malato, ridotto a bisbigliare al suo aiutante le parole che poi egli riferiva, mi sembra che abbia voluto testimoniare, anche nella malattia, e proprio nel momento di maggiore fragilità ciò che lo ha sempre animato: il dono di sé.
Si consiglia la lettura:
Colti da stupore di Carlo Maria Martini

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