martedì 25 settembre 2012

Il popolo del libro

Vai lontano, fermati a lungo, guarda con attenzione.
Così  Outside sintetizza in maniera efficace l'etica del viaggiatore globale. Mi sento anche io israeliana identificadomi con i giramondo itineranti che si muovono da un libro all'altro.
Non si tratta di un libro normale, ma di un'informe e perennemente incompiuta collezione di diari provenienti dai più remoti angoli del mondo. Un libro affascinante che leggo e rileggo Laboratorio Israele, di Dan Senor e Saul Singer, si interroga anche sulle motivazioni che fanno del viaggio una ragione di vita dei giovani israeliani. La sociologa dell'università Ebraica Darya Maoz la chiama onda, secondo altri è semplice necessità di evadere dopo anni di isolamento del servizio di leva.
C'è un Libro a 3600 metri di altezza a La Paz in Bolivia nel ristorante El Lobo. "I contributi in varie lingue creano un aleatorio, al tempo stesso frustrante e meraviglioso carnevale di idee, appelli, vanterie e numeri telefonici obsoleti" e nonostante il Libro non sia esclusivamente israeliano, i suoi autori e i suoi lettori sono per lo più persone venute da Israele. "Vivere qui, circondati da nemici, induce un senso di prigionia mentale. E appena il cielo si apre, prendi il largo".

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